Motori

La mappa del commuting urbano

Quanto siamo già dipendenti dagli smartphone, e quanto lo saremo in futuro, per gli spostamenti nella giunga urbana? Intervista a Matteo Cunsolo di Citymapper, l’app che informa sui trasporti in città.

di Tommaso Armati

Ormai il telefono è un compagno indispensabile per orientarsi all’interno delle città. Citymapper è un’app, scaricabile gratuitamente in tutti gli app store, che permette di farlo facilmente in varie città del mondo, fornendo informazioni dettagliate sui diversi servizi di trasporto pubblico e privato. Abbiamo intervistato Matteo Cunsolo, City Operation Roma, per sapere qualcosa di più del progetto e capire i futuri sviluppi dell’app.

Come funziona Citymapper?
È un’app che utilizza i dati sul trasporto pubblico resi disponibili dagli operatori in tutto il mondo per aiutare le persone a muoversi nelle grandi città. Usiamo sia dati programmati sia dati in tempo reale per avvisare su ritardi, interruzioni e problemi sul percorso, e abbiamo costruito il nostro algoritmo di ricerca del percorso ottimale che utilizza anche il machine learning per capire quale opzione sia preferibile da ogni persona, in base alle scelte storiche degli utenti. Aggreghiamo anche molti servizi di sharing community, come auto, bici, monopattini e scooter in giro per il mondo.
Quale contributo offre al modo di muoversi delle persone?
Il nostro motto è “rendere le città usabili”. Diamo la possibilità a chi non conosce la città di muoversi in modo semplice e intuitivo, e a chi invece la conosce molto bene di effettuare il proprio viaggio senza problemi, fornendo dati in tempo reale sugli arrivi alle fermate/stazioni, ed eventuali chiusure sul percorso. Inoltre, aggregando molti operatori dello sharing, forniamo una panoramica totale sulle opzioni di mobilità cittadina, dall’andare a piedi, all’andare in bici, auto condivisa, scooter o mezzo pubblico. Non sempre il mezzo più comodo (come l’auto) è il più veloce, e non è praticamente mai il più economico. Ci piacerebbe scoprire un giorno di aver convinto qualcuno ad usare un mezzo pubblico o condiviso invece della propria auto.
Il futuro della mobilità è multimodale?
Sicuramente la multimodalità gioca un ruolo predominante nella mobilità periferica. Per gli operatori di trasporto, far girare bus vuoti in periferia è una spesa enorme che si deve ripagare con i bus strapieni in centro. Magari avere delle nuove modalità di trasporto demand-responsive per le zone a densità inferiore risolverebbe questo problema. Mezzi più piccoli, a chiamata, con costi calmierati da un contratto di servizio, che ti portano alla fermata della metro o del treno più vicina. E insieme a questo una crescita delle forme private di sharing: auto, scooter, bici e così via. Chiaramente la multimodalità è un risultato utile per il cosiddetto ultimo miglio (o primo!). La soluzione alla mobilità globale non potrà essere il car sharing, o le bici condivise. Serve una forte infrastruttura pesante prima, da complementare con servizi di adduzione.
Come immagini il traffico nelle nostre città tra 20 anni?
Il traffico, se non verrà posto un argine importante dal trasporto pubblico, non potrà che aumentare. Venti anni fa si diceva che in venti anni le auto avrebbero volato. Ora, diciamo al massimo che si guideranno da sole. Nutro ottime speranze per il futuro, specialmente nel campo della guida autonoma e dell’elettrico. Ma il traffico del prossimo ventennio è generato dalle decisioni di oggi.