ITINERARIO DI CALCIO FEMMINILE
di Claudia Krystle Di Bias
(Avvocato, redattrice sull’ app TCF – Tutto Calcio Femminile)
Ribalta nel 2019, declino nel 2020: possiamo sintetizzare così l’anno delle nostre azzurre.
Il Mondiale è stato il viatico di fama di Sara Gama e compagne che da volti e nomi anonimi, si sono guadagnate copertine, successo, notorietà.
Con loro si è avuta una impennata di iscrizioni delle bambine alle scuole calcio; si è sollevata l’ormai atavica ma sempre attuale questione del professionismo delle calciatrici e conseguente dibattito sulla disparità di trattamento tra loro, da sempre considerate delle dilettanti, e i colleghi maschi.
Tutto così freneticamente, da stupirsi della ribalta improvvisa di ciò che fino ad ora è stato ben celato.
Ma come dice Totò: “La felicità è fatta di attimi di dimenticanza”.
Ed ecco che in pochi mesi, il calcio femminile è stato attraversato da un velo di oblio.
Sì, è così, non sto esagerando; la presenza di leghe professionali meno consolidate, i salari bassi, la portata più ristretta di opportunità, gli accordi di sponsorizzazione diseguali e i minori investimenti aziendali non giovano al calcio in rosa e con la pandemia sono emerse prepotentemente.
Il Mondiale del 2019 ha ribaltato positivamente la percezione delle calciatrici in Italia, le ha rese più consapevoli del loro valore e delle loro capacità, fino ad ora sconosciute alla maggior parte degli appassionati del calcio e non solo.
Sono state elogiate e discusse dai maggiori quotidiani, che ne hanno sottolineato il costante impegno e sacrificio dopo tanto tempo finalmente premiato.
A elogiarle sono state anche e soprattutto i numeri: ricordo che la prima partita contro l’Olanda è stata giocata in un sabato pomeriggio torrido anche in Italia e ha incollato davanti al televisore più di sei milioni di spettatori, ossia il 44.35% delle persone che stavano guardando la tv.
Quattro milioni e mezzo di spettatori hanno seguito la partita contro la Cina, sebbene le squadre siano entrate in campo alle 18.
Il vero punto di svolta, tuttavia, c’è stato nella fase a gironi da quando la RAI ha trasmesso le partite dell’Italia su RAI 1: contro il Brasile sono stati 7.303.000 gli spettatori sintonizzati sulla prima rete pubblica e su Sky.
Sono numeri che si sono registrati anche oltre le partite dell’Italia, dal momento che, per citare un esempio, il quarto di finale tra Francia e Stati Uniti, trasmesso in prima serata da RAI 2, ha avuto più di un milione e mezzo di spettatori e, sempre su RAI 2, 1.720.000 persone hanno guardato la semifinale vinta dagli Stati Uniti contro l’Inghilterra.
Sono numeri reali, documentati da Sky Sport e dinanzi a dati certi risulta ed è risultato impensabile non riflettere sulla situazione delle calciatrici o delle sportive italiane, volendo allargare la platea ma non vorrei dar noia troppo per questa volta!
A tal proposito, la FIFPRO, il sindacato internazionale dei calciatori e delle calciatrici, ha pubblicato, proprio in pieno periodo di Coronavirus, un report, realizzato in collaborazione con KPMG, sul calcio professionistico femminile.
Tale report nasce dalla necessità e responsabilità, come ha asserito Jonas Baer-Hoffmann, segretario generale di FIFPRO, di “rilanciare un settore in cui le calciatrici che rappresentiamo dedicano tempo ed energia e spesso sono poco remunerate e, invece, loro devono essere al centro di questo processo di ricostruzione”.
Secondo FIFPRO, è doveroso riconoscere:
- Standard minimi occupazionali globali che garantiscono alle giocatrici professioniste di disporre di contratti, compensi, carichi di lavoro, ambienti di formazione adeguati, misure di salute e sicurezza, libertà di associazione e tutele;
- Standard minimi globali nei tornei internazionali per garantire che le calciatrici possano partecipare a competizioni globali d’élite – sia club che nazionali – su un piano di parità sulla scena mondiale;
- La contrattazione collettiva come standard industriale universale in modo che le calciatrici di tutto il mondo abbiano voce in capitolo nello sviluppo del loro sport;
- Nuovi format e programmi delle competizioni per club e per squadre nazionali che possano consentire alle giocatrici di godere di una carriera lunga e sostenibile.
Sabato 22 agosto 2020 è ripartito il Campionato di Serie A femminile.
La Serie A è il massimo torneo del campionato di calcio femminile (1 girone da 12 squadre) ed è organizzato, dalla stagione 2018/2019, dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), unitamente alla Serie B (1 girone da 14 squadre).
La Serie C (strutturata in 4 gironi da 10/14 squadre) è, invece, il terzo livello dilettantistico nazionale del campionato italiano di calcio femminile, delegato alla Lega Nazionale Dilettanti (LND).
Le squadre in Serie A sono Empoli Ladies, Florentia San Gimignano, Florentina Women’s, Hellas Verona Women, Inter, Juventus Women, Milan, Napoli Calcio Femminile, Pink Bari, Roma, San Marino Academy e Sassuolo Femminile.
Vincitrice dell’ultimo scudetto italiano è stata la Juventus Femminile, una delle grandi big unitamente a Fiorentina Femminile, Milan Femminile e Roma Femminile
Due nomi su tutti?
La Juventus si elogia della presenza di Cristiana Girelli, bomber più prolifica con 37 reti in 67 gare e Sara Gama, capitana e col record di presenze fra le azzurre in attività (113 partite).
Nel 2018, in occasione della Giornata internazionale della donna, la casa produttrice di giocattoli Mattel ha inserito la Gama tra le 17 personalità femminili internazionali «che hanno saputo diventare fonte di ispirazione per le generazioni di ragazze del futuro»: la calciatrice è stata anche omaggiata con una speciale Barbie, riproducente le sue fattezze in bianconero.
Sara Gama è stata, anche, colei che ha lanciato l’allarme sul destino sia del calcio femminile che della stagione 2020/21 della Serie A.
All’Ansa ha dichiarato: “Ci aspettiamo pari tutele sanitarie dei nostri colleghi uomini, che venga redatto un protocollo ad hoc perché quello dei dilettanti per noi non va bene per riprendere.
Attendiamo poi anche le risorse per tornare ad allenarci e vivere da professioniste quali siamo”.
Nonostante la lamentela, il campionato di Serie A è ripartito ma è stato notevole lo sforzo richiesto ai club nell’applicare i protocolli sanitari; come ha dichiarato la Presidente della Divisione Calcio Femminile, Ludovica Mantovani “dobbiamo, tuttavia, essere orgogliosi di aprire la stagione del calcio italiano con la nostra Serie A.
Ringrazio la Federazione e tutte le componenti per la grande attenzione dimostrata nei confronti del movimento.
Oltre all’organizzazione dei campionati, abbiamo preso con grande responsabilità il mandato per lo sviluppo del calcio femminile”.
Che questo sia un buon inizio, nessun dubbio ma la questione indiscutibile e statutariamente confermata dal Presidente della Figc, Gabriele Gravina, è che fino alla stagione 2022-23, tutti i club della Divisione Femminile sono società dilettantistiche nonostante, come già ribadito, il massimo campionato femminile sia stato integrato nei club professionistici della Figc.
A ulteriore conferma di ciò, è la sentenza del Tar Lazio che ha respinto, il 31 luglio 2020, la richiesta di riammissione del Tavagnacco di cui enuncio questo passaggio, pubblicato dal sito Calciopress.net, che lascia poco all’immaginazione:
“…che la stessa prospettazione con cui si deduce la discriminazione perpetrata rispetto agli omologhi campionati professionistici o semi-professionistici di calcio maschile non può essere condivisa posto che, allo stato, in disparte il fatto che tali campionati non sono organizzati dalla LND ma dalla Divisione calcio femminile incardinata nella stessa Federazione, non è comunque revocabile in dubbio che il calcio femminile rivesta ancora uno status dilettantistico (almeno fino al campionato 2022/2023), il che non consente di ritenere sussistente una situazione di identità con gli omologhi campionati di apice del calcio maschile tale da radicare un vizio sintomatico di disparità di trattamento che trasmodi in una illegittimità della scelta federale impugnata”.
Quale sarà l’evoluzione di questa situazione, non si sa…il meglio, si spera anche in questo caso, è sempre avanti.
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