Ho amici in Paradiso
Una storia per tutti noi
Di Fabio Sieni
Da febbraio nei cinema, una storia sulla bellezza della diversità e sulle seconde occasioni che ci offre la vita. Dalla penna di Stefano Piani (Elisa di Rivombrosa, Rex, Il mistero del lago, i Segreti di Borgo Larici), del regista Fabrizio Maria Cortese e di Giulia Lupetti.
Red Carpet
Presentato in concorso alla Festa del Cinema di Roma 2016 e prodotto da Rai Cinema e Golden Hour Film, rappresenta il debutto alla regia di Fabrizio Maria Cortese. Ambientato interamente nel centro Don Luigi Guanella, ci racconta la storia di Felice, commercialista spregiudicato, che per salvarsi dal carcere decide di denunciare un piccolo boss per cui riciclava denaro. Felice deve solo scontare sei mesi di servizi sociali, che pensa passeranno rapidi permettendogli di tornare poi alla sua vita… ma la sua vita diventa una cosa del tutto diversa al contatto con una realtà che non si aspettava e davanti alla chance di poter finalmente cambiare le cose.
Gli interpreti
Colpisce il modo in cui attori professionisti (Antonio Catania, Fabrizio Ferracane, Valentina Cervi, Antonio Folletto) hanno lavorato accanto a dei colleghi d’eccezione, ossia i ragazzi del Centro Don Guanella di Roma, coinvolti attivamente per tutto il progetto e capaci di dare, con le loro interpretazioni, la sensazione di assistere a qualcosa di vero, sentito, che non cade mai nel banale. E così ci si affeziona subito a Salvatore e Marcello, a Carmelina, a Natale, a Giacomo, a Fabrizio, a Nicola.
Cosa ci aspetta?
Un’avventura ben costruita, che rimane su quel limite stretto e difficile tra commedia e dramma. Un raro caso in cui si riesce a parlare di un tema importante ed attuale, come la disabilità, con leggerezza ma senza cadere nel ridicolo, ed allo stesso tempo emozionare. Non solo un film, ma un viaggio in un mondo che ha tanta bellezza da offrire. Questa la sensazione che si prova nei panni del protagonista Felice nel corso della storia. Un primo impatto con il mondo della disabilità che crea confusione e straniamento, salvo poi scoprire quanto c’è di forte, drammatico e allo stesso tempo divertente.