Dicembre al Cinema

Le nuove uscite selezionate da Sportclub

Di Marta Angelucci

Parasite di Bong Joon-ho (Commedia Drammatica), con Song Kang-ho, Park So-Dam

La lotta fra la ricchezza e la povertà, ma più che altro la lotta all’invidia e alla disparità che dividono e mettono l’una contro l’altra le classi sociali agli antipodi. Parasite parla di questo, mescolando i generi (drammatico, commedia, horror, thriller) con piena libertà e consapevolezza, raccogliendo al proprio interno le sfumature della vita che non è unilaterale, ma perennemente in contrasto con sé stessa. L’immaginario del quartiere bene dove vive la ricca famiglia Park, viene messo splendidamente in contrapposizione con i sobborghi della famiglia Kim, proprio grazie alle loro rispettive case. Un capolavoro di architettura, ampio, essenziale, spazioso ed ordinato contro un seminterrato sporco, piccolo, umido, dove una stanza è contemporaneamente letto, cucina e bagno ed infestato di scarafaggi. Proprio con lo stereotipo del parassita gioca il talentuoso regista coreano di Snowpiercer, sminuzzando il termine in un corollario di significati visivi e psicologici, che porterà la situazione tra i due nuclei familiari agli ultimi termini.

La belle époque con Fanny Ardant, Guillame Canet, Daniel Auteuil

Il fumettista Victor si trova nel bel mezzo di una crisi lavorativa e personale, sentendo di detestare un presente in cui non riesce a riconoscersi e in cui non fa altro che litigare con sua moglie, Marianne. Grazie all'incontro con l'imprenditore Antoine, tuttavia, a Victor viene offerto un rimedio adatto alla sua nostalgia: tramite una ricostruzione storica così accurata da sembrare vera, potrà rivivere artificialmente la propria belle époque personale, ovvero il 16 maggio del 1974, il giorno in cui incontrò Marianne per la prima volta.

Il dolcissimo, divertente ed emozionante film francese, oltre a riportare una diva come Fanny Ardant sul grande schermo, ci porta in un’atmosfera simile a quella di Midnight in Paris di Woody Allen. Il film fa empatizzare lo spettatore coi personaggi a prescindere dall’età che hanno, tutti persi e presi dai loro problemi esistenziali e dalle riflessioni su una vita. L’epoca vissuta ricreata non solo al cinema, ma anche nella vicenda, ci trascina in degli anni di cui si può avere nostalgia anche senza averli mai vissuti. 

Pinocchio di Matteo Garrone, con Roberto Benigni, Rocco Papaleo, Gigi Proietti

Pinocchio, classico di Carlo Collodi del 1881/2, da anni affolla la fantasia di artisti, registi e cantanti di tutto il mondo, da Walt Disney a Edoardo Bennato, da Roberto Benigni (qui nel ruolo di Geppetto) a Enzo D’Alò. Della personalissima interpretazione di Matteo Garrone, uscito dall’enorme successo di Dogman, se ne parla già da tanto; dallo spoiler secondo il quale Pinocchio sarebbe dovuto essere interpretato da suo figlio (nel ruolo invece ora Federico Ielapi), fino all’indiscrezione secondo la quale Benigni avrebbe interpretato Geppetto. La curiosità e le aspettative sono molte per il film girato fra Toscana, Lazio e Puglia. Garrone ha volutamente scelto di non utilizzare gli effetti speciali, ricorrendo al trucco prostetico vecchio stampo, per dare più tridimensionalità al burattino.