TOKIO 2020….FINALMENTE ANCHE IL SURF ALLE OLIMPIADI

Alessandro Marcianò, recordman nella specialità Tow-In – le onde più alte del pianeta -  ed organizzatore da 19 anni dell’evento più importante di settore in Italia - Italia Surf Expò - ci parla dell’ingresso di questa specialità alle prossime Olimpiadi e dei programmi futuri per promuovere sempre di più questo sport che è diventato ormai uno stile di vita.

di Simone Pierini

Con Leonardo Fioravanti rappresentate il surf italiano nel mondo, lui nel campionato shortboard e tu nel campionato big waves. Con l'ingresso del surf nelle Olimpiadi come pensi che sarà questa esperienza in Giappone?
Le Olimpiadi sono il più grande evento sportivo al mondo e per la prima a Tokyo il surf sarà una delle discipline Olimpiche. Una grande novità e successo per quelli come me che promuove da sempre la specialità in Italia e sono convinto che sarà uno degli sport più seguiti durante i Giochi del 2020. L’Italia ha la grande opportunità di partecipare con il nostro Leonardo augurandogli una medaglia, sarebbe fantastico per le nuove generazioni e per supportare sempre maggiormente la promozione di questo sport. Peccato non ci siano le Olimpiadi per le Big Waves… a parte gli scherzi metterei volentieri a disposizione la mia esperienza per una eventuale squadra Olimpica.
  Cosa faresti per il sistema “Surf Italia” per far crescere il movimento ulteriormente?
Il surf Italiano comincia ad avere una lunga tradizione dagli anni ’80 fino ad oggi. A mio avviso non c’è mai stata una vera “organizzazione” capace di far crescere il movimento sportivo in modo serio e con prospettive future. L’unica associazione è stata la Surfing Italia guidata da un gruppo di persone professionali che per 5 anni ha portato le competizioni ad un altro livello con tantissimi iscritti,  contest di qualità e ranking da far invidia agli altri paesi europei. Poi tutto si è fermato grazie alla pseudo federazione italiana Fisurf che molto ha promesso ma di fatto ha riportato indietro di 10 anni il movimento intero. Tutto questo per raccontare un po’ del passato, ma ora con la FISW e il CONI ci aspettiamo davvero un balzo in avanti con possibilità per i surfisti di avere finalmente un vero supporto ed una vera federazione organizzata. La mia “ricetta” potrebbe essere questa: riconoscimento della disciplina da parte delle Capitanerie di Porto, corsi formativi professionali istruttori e giudici, supporto alle scuole surf sul territorio, un campionato nazionale affidabile, puntare sulle giovani promesse, trasferte all’estero per allenamenti specifici e coinvolgere qualche coach con esperienza in campo internazionale per portare la nazionale alle competizioni più importanti e molto altro. C’è un lavoro grandissimo da fare ma con le persone giuste si può arrivare lontano.
  Sei il detentore del record italiano per aver cavalcato a dicembre del 2015 un’onda di ben 18 mt. Ci puoi raccontare la tua avventura portoghese a Nazarè che ormai è giunta con successo al secondo anno e della tua amicizia con la leggenda Garrett McNamara?
Tutto è iniziato dopo aver conosciuto Garrett Mcnamara al Surf Expo nel 2013. Dopo vari inviti un giorno ho deciso di provare a farmi trainare su onde di 4/5 metri con una tavola legata ai piedi ed è stata subito una sensazione forte, cavalcare un’onda grande è una scarica di adrenalina indescrivibile. Vista la mia attitudine Garrett decise di invitarmi alla prima edizione del RedChargers, una gara a inviti sulle onde più grandi del pianeta. All’inizio ero spaventato all’idea di partecipare ma poi con le sue rassicurazioni mi sono convinto e alla fine ho preso le onde più alte della mia vita di fronte alle tv di quasi mezzo mondo…e poi quel record, una giornata incredibile. La mia amicizia con questa legenda del surf è speciale basata su esperienze vissute in mare in alcuni casi davvero al limite.
  Quest’anno sei entrato nel XXL Big Wave Awards, il concorso dedicato a chi cavalca le onde più grandi del mondo, come stai vivendo questo momento?
Entrare in nomination nell’ XXL Big Wave Awards è un po’ come entrare in gara per gli Oscar del surf. E’ il sogno di ogni surfista al mondo figuriamoci per me uno come me che viene dal  Mediterraneo dove di certo le onde non sono mai grandi.
Il giorno in cui ho preso quell’onda non mi sono reso subito conto di quanto fosse realmente grande, ero impegnato a non cadere e a non andare contro le rocce. Solo nel pomeriggio ho appreso la notizia dal mio amico francese che correva con il telefono in mano gridando “ce l’hai fatta sei nell’ XXL ”!! Rimasi sbalordito tanto da non crederci, poi rivedendo le foto di quella giornata mi sono reso di aver preso delle onde pazzesche anche se ho sacrificato la mia tavola contro le rocce… rischi del mestiere.
  Oltre ad essere un atleta affermato a livello internazionale, sei stato sicuramente uno dei maggiori surf promoter italiani. Raccontaci quali sono stati i tuoi progetti realizzati e quali quelli futuri?
Ho lavorato a tanti progetti sempre nel settore surf fin dai primi anni 2000. Anzi precisamente nel 1999 ho organizzato la prima edizione della manifestazione Italia SURF EXPO, l’evento più longevo e conosciuto del nostro paese di pura promozione per lo sport. In occasione di alcuni importanti film come “Surf’s Up” e “I Fantastici 4 e Silver Surfer” sono stato incaricato dalle case distributrici per ricreare ambientazioni ed eventi surf-style. Dal 2004 al 2011 ho organizzato la finale del campionato e dal 2005 al 2009 il contest riservato ai junior & girls,  anche se ricordo con un pizzico di orgoglio le due edizioni dell’ Oakley gang challenge nel 2008 e 2009 con lo spot illuminato a giorno per le fasi finali in notturna. Nel tour di Coca Cola Zero abbiamo ricreato una scuola di surf itinerante per le spiagge italiane e quando abbiamo organizzato il flowrider contest a bordo della nave della Royal Caribbean, e tante altre collaborazioni. Riguardo i progetti futuri ce ne sono molti in cantiere senz’altro arrivare al ventennale del Surf Expo nel 2018 e creare dei nuovi contenuti mediatici dove mostrare cosa è realmente il surf in Italia.
   Infine qual è il tuo sogno nel cassetto?
Personalmente dopo aver surfato le onde giganti di Nazare vorrei provare in altri posti al mondo, mi piacerebbe cavalcare la mitica onda di Jaws alle Hawaii.