Zoldo, il comune avvolto dalle Dolomiti Venete che punta allo Sport! Storie e trionfi di generazioni nate sul ghiaccio e pronte alle Olimpiadi

 

 

Siamo tra le Dolomiti venete, nella spettacolare ed incontaminata Val di Zoldo, che da sempre definisco "dimensione dell’anima”. Uno territorio naturale, spontaneo, libero, vero, che vanta una storia pazzesca, tra natura, cultura, arte e sopratutto tanto sport. 

Proprio quest’ultimo,  è il volano principale che aiuta le nuove generazioni a non abbandonare questi posti, ma piuttosto a far del meglio per rendere sempre piu’ alto il valore di questa valle. Oltre a qualche imprenditore visionario che pur di non lasciare la valle, avvia progetti aziendali di grande visione internazionale, come la Silicon Plastic ad esempio, realtà produttiva che da lavoro a tantissimi della zona e comuni limitrofi e sostiene con attenzione progetti di Sport e per i giovani. 

Come  la storia insegna, se dei progetti prendono forma, è perchè c’è una persona che ci mette del suo, partendo dalla forza di volontà con estrema passione e caparbietà. Sopratutto quando si diventa genitori, inizia una nuova missione di vita.  Attorno a questo “Capitano di crociata", poi si crea la squadra, fatta di energie, famiglie,  persone pronte a fare del meglio per realizzare sogni con l’umiltà del fare per il prossimo, i nostri figli.

Sport, assetto in questi piccoli comuni, in cui servirebbe maggior supporto da parte delle istituzioni, anche locali,  a supporto delle nuove generazioni che dovrebbero avere la massima attenzione, per poter esercitare così liberamente le loro passioni sognando anche un Olimpiade. Lo Sport oggi è volano indiscusso dell’economia del nostro Paese, quindi avere un territorio come quello della Val di Zoldo  pronto ad offrire opportunità sportive, è certamente un treno da non perdere ulteriormente, poiché potrebbe con certezza essere il riscatto di una valle dalle mille potenzialità, a volte troppo sola. 

La Val di Zoldo si conosce non solo per il gelato artigianale, ma bensì per il valore sportivo, dalla corsa in montagna al trail running con la sua Dolomiti Extreme Trail e Transpelmo, il pattinaggio artistico, lo sci di fondo,  sino ad arrivare  all’Hockey. Gli ambassador principali sono loro, i piccoli grandi atleti, che  con DNA Zoldano si stanno facendo valere, trionfando a livello nazionale ed internazionale, e mi fa piacere ricordare, le ragazze dell’hockey Zoldo impegnate tra le categorie della nazionale come Aurora De Fanti, Olivia de Bortoli, Mia Campo Bagatin, Lucrezia La Sala,Stella Dal Pont, per poi passare all’atletica con il duo, Isacco Costa, campione italiano assoluto di corsa in montagna e azzurro ai Campionati Europei della specialità, e Lucia Arnoldo, campionessa italiana di corsa in montagna, campionessa italiana Juniores in pista sui 3 e 5 mila metri e tanti altri.

Parlando appunto di sport, sono felice oggi di sedermi al bar del Palaghiaccio,  che vanta una stupenda “vista orizzonte”,  per parlare di Hockey,  con Tito Meneghetti,  oggi Direttore sportivo della USG ZOLDO, un tempo giocatore con i suoi altri sei fratelli, LucaOmarIvanBorisIgor e Sasha, che assieme ad altri ragazzi della valle costituivano il cuore pulsante di un grande progetto di sport invernale, nato dalla visione e determinazione del papà Nino Meneghetti, colui che oltre ad aver fondato il noto ristorante INSONIA, ha portato l’hockey a Zoldo, uno dei fondatori, un punto di riferimento per dirigenti e ragazzi, un pilastro della valle che ha scommesso, vincendo, in Zoldo e nell’hockey.  L’USG Zoldo è più di un’associazione sportiva, è un'associazione dedicata ai ragazzi.

 

1) Caro Tito, ci parli di te, e del tuo passato, perchè l’Hockey a Zoldo ? 

Sono nato nel 1972 lo stesso anno della fondazione del USG Zoldo come società sportiva ed ho un ricordo bellissimo di quel periodo. Le stagioni invernali erano freddissime e nevicava molto perciò prima di poter pattinare spesso dovevamo con i miei fratelli e i compagni di squadra spalare la neve dal campo di hockey.
Era un campo naturale senza l’impianto di refrigerazione perciò la nostra stagione hockeystica a Zoldo durava non più di tre mesi e mezzo perché poi il ghiaccio se ne andava e i nostri dirigenti di allora si facevano in quattro per portarci in altri stadi più moderni e attrezzati come Alleghe o Cortina. 
Tanti i ricordi,  uno di questi rimasto dentro come una scheggia,  erano i rientri a casa vestiti da hockey con i pattini infilati nella nostra stecca visto l’assenza degli spogliatoi dovevamo vestirci da hockey a casa e tornare spesso a piedi con tutta la divisa addosso. A quei tempi c’era una persona a Zoldo che aveva passione della caccia e in particolare di safari in Africa e da una di queste battute aveva portato a Zoldo un piccolo di leone e gli aveva costruito un enorme gabbia e col passare degli anni era diventato adulto e lo si sentiva ruggire molto spesso e noi piccoli ragazzini eravamo terrorizzati perché camminando verso casa dopo un allenamento ci pareva di averlo appena dietro di noi così finiva che quei due km dì strada la facevamo tutta di corsa. 
Il motivo che è nato questo sport a zoldo è perché mio padre era molto appassionato perché lo aveva visto giocare sia in Germania e anche ad Alleghe e Cortina e per tenerci fuori dai vizi insieme a dei suoi amici ha costruito il primo campo da hockey in valle .

 

2) Dopo la tua esperienza internazionale, hai deciso di offrire ai giovani della Val di Zoldo, l’opportunità di fare Sport su ghiaccio. Quanto è importante per te e per loro oggi fare Sport?

Come è stato per me ed i miei compagni al tempo, lo Sport identifica l’unica e vera opportunità di utilizzare il tempo attraverso una passione, senza buttare via la vita tra vizi ed elettronica. Il tempo,  è un valore importante e condividerlo su un campo di ghiaccio tra amici è una grande opportunità di crescita umana e di grandi valori, come rispetto, disciplina, determinazione. Nella nostra valle abbiamo cercato di creare uno spazio di comunità vivo, attivo ed attendo ai giovani di tutte le categorie, tra Hockley e Pattinaggio artistico. Un progetto che vive grazie all’impegno di tante famiglie. 

 

3)  Siete in fase organizzativa del Winter Classic, tra sport, memoria e turismo, che proiezioni vedi? 

Orgogliosi di organizzare il Circuito Winter Classic, che trasforma gennaio nel mese dell' hockey internazionale in Val di Zoldo: 3 tornei in 3 settimane per onorare la grande tradizione di questo sport in valle. 5 Nazioni, 27 squadre con oltre 700 partecipanti. Un emozionante torneo dedicato alla categoria Under 11 con la Nino Cup, l’ Under 13 e i più piccoli Under 9. Tutto questo grazie lavoro instancabile della macchina organizzativa dell’USG Zoldo, supportata da circa 100 volontari ed il supporto della Val di Zoldo Funivie, che ha permesso agli atleti di trascorrere momenti di relax sulle piste da sci del comprensorio, aggiungendo un tocco di magia alla loro esperienza.

 

4) La piccola U13 dell’Hockey Zoldano e Cadore diventa Campione d’Italia, poi le gesta delle grandi Atlete in rosa  di Zoldo nella Nazionale Italiana nelle diverse categorie? Ne sei fiero?

Sono follemente orgoglioso! Quello che mi colpisce di tutte loro sono i valori che portano dentro, Fair play e senso di gioco,  che vanno oltre il risultato. Con il talento delle giovani promesse, il cuore delle veterane e una coesione di squadra che supera ogni aspettativa, le ragazze dello Zoldo stanno dimostrando che il successo non si misura solo dai trofei, ma anche dalla forza di carattere, dall'integrità e dalla capacità di affrontare ogni partita con il giusto spirito. Le amicizie che nascono tra atleti, anche nei momenti di competizione, sono la prova tangibile di come questo sport sia fondato su valori di collaborazione, sostegno reciproco e sana rivalità. Ed è proprio questo spirito di comunità che fa delle atlete dello USG Zoldo Femminile una squadra speciale, pronta non solo a sorprendere, ma anche a superare i traguardi prefissati in una stagione. Vederle in Nazionale è motivo di orgoglio di tutta la nostra comunità! 

 

5) Cosa sogni oggi?

Per tantissimi anni l’hockey in Zoldo era sparito, non se ne parlava  più. Poi comincia di nuovo un po’ di interesse perché nel frattempo nascono i figli degli ex hockeyisti e a questi bambini si doveva dare un’opportunità,  come lo è stata data a noi dai nostri padri e cosi rinasce lo Zoldo. 
Ci è voluto molto coraggio a ricominciare dopo le macerie che erano rimaste del nostro stadio, ma la nostra cocciuttaggine ha permesso a questi ragazzi di vincere un altro campionato italiano dopo nemmeno dieci anni da aver ricominciato ed oggi essere in Nazionale per le ragazze.
Non so che futuro avranno i nostri ragazzi, ma noi di certo faremo di tutto per ripristinare uno stadio del ghiaccio degno di una Valle che oggi è rappresentata con orgoglio dai nostri giovani atleti.